Fernando Atzori, oro olimpico e campione europeo, ci ha lasciato

Un nuovo lutto colpisce la boxe italiana: Fernando Atzori, da tempo malato, è morto ieri a Firenze. Era nato l’ 1 giugno del 1942 ad Ales, una frazione di Cagliari. Raccolse l’eredità di Salvatore Burruni e Piero Rollo, ma si formò pugilisticamente parlando a Firenze nell’Accademia Pugilistica Fiorentina. La sua fu una carriera sfolgorante fin da dilettante con la vittoria agli Assoluti di Pesaro nel 1963 e a Roma nel 1964,  a cui fecero seguito anche conquiste in campo internazionale con la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo e ai Mondiali Militari di Tunisi per arrivare al suo capolavoro, l’oro conquistato alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964. Avendo fatto il vuoto fu, si può dire, “costretto” a passare subito tra i pro e infatti il 23 febbraio 1965 regolava ai punti lo spagnolo Manolin Alvarez, atleta che aveva già una sua buona quotazione e grande esperienza. Due mesi dopo il suo esordio Tore Burruni conquistava il mondiale. Atzori aveva caratteristiche completamente diverse dal suo corregionale. La sua boxe si basava sulla velocità, ma soprattutto su quello scatto fulmineo che divenne il suo marchio di fabbrica. Impossibile trovargli avversari, bruciava le tappe e dopo 14 matches affrontò Renè Libeer per il titolo europeo. Vittoria per un soffio sulle 15 riprese su un avversario che aveva tenuto testa a Burruni. Era arrivato in Europa prendendo la scorciatoia, senza titolo italiano. Per certi versi un record incuneandosi in un periodo d’oro in compagnia dei vari Benvenuti, Mazzinghi, Bossi. Se il suo successo fu striminzito, nella rivincita pur pareggiando con il francese fece capire a questi che contro di lui non avrebbe potuto ottenere di più e abbandonò la boxe. Atzori dal canto suo migliorava di match in match respingendo gli assalti europei di Fritz Chervet, John McCluskey e Franco Sperati, tutti battuti prima del limite, pur non avendo il pugno pesante. Logicamente dopo aver fatto il vuoto in Europa giocava la carta mondiale affrontando il filippino Bernabe Villacampo in un match valevole come semifinale, ma la fortuna non fu dalla sua parte e fu costretto all’abbandono combattendo con la destra infortunata. Continuò la sua serie vittoriosa in Europa fino al 1973 quando perse definitivamente il titolo ad opera di Fritz Chervet, suo acerrimo rivale. In pratica fu il grande protagonista nel Continente per circa 8 anni. Un regno lungo e pieno di soddisfazioni con 10 successi, un pari e due sconfitte. Si ritirò, invece, nel 1975 con un record di 44 vittorie, 13 per ko, 6 sconfitte  e 2 pari.    

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